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Che cos’è l’OSCE

L’OSCE

L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) è stata creata nel 1995, ma trae origine dalla Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (CSCE). I suoi principali documenti costitutivi sono l’Atto finale di Helsinki (1975), la Carta di Parigi per una nuova Europa (1990), la Carta di Istanbul per la sicurezza europea (1999) e la Dichiarazione commemorativa di Astana (2010).

L’OSCE è un’organizzazione di cooperazione su temi di sicurezza i cui processi decisionali richiedono il consenso tra tutti i 57 Stati partecipanti e che promuove l’adozione di impegni vincolanti politicamente, ma non legalmente. In caso di crisi o conflitto, l’OSCE può giocare un ruolo solamente con l’accordo del Paese o dei Paesi coinvolti e non può dunque applicare misure coercitive.

 

57 STATI PARTECIPANTI

Grazie alla partecipazione di 57 Stati, l’OSCE promuove un concetto di sicurezza europea comprensivo e ampio, “da Vancouver a Vladivostok”, mettendo allo stesso tavolo tutti i Paesi europei, nord americani e dell’Asia centrale. L’Organizzazione coopera inoltre con sei Partner mediterranei (Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Marocco, Tunisia) e cinque Partner asiatici (Afghanistan, Australia, Giappone, Repubblica di Corea, Thailandia).

I Rappresentanti Permanenti dei 57 Stati partecipanti si riuniscono ogni giovedì alle ore 10.00 per discutere questioni di attualità e assumere decisioni riguardanti la vita dell’Organizzazione nel quadro del Consiglio Permanente OSCE.

 

L’IMPORTANZA DELL’OSCE

Nel corso degli anni l’OSCE, anche grazie alle sue numerose Missioni sul campo in Europa orientale, Europa sud-occidentale (Balcani) e Asia centrale, è diventata uno strumento importante per l’allerta precoce (early warning), la prevenzione dei conflitti, la gestione delle crisi non militari e la riabilitazione post-conflitto. Inoltre, l’OSCE costituisce un importante forum per il controllo delle armi e il disarmo nel settore delle armi convenzionali. L’OSCE promuove inoltre la collaborazione tra Paesi nel contrasto alle minacce transnazionali (terrorismo, droghe illecite, tratta di esseri umani, proliferazione di armi, ecc.), su temi economici e ambientali collegati al concetto di sicurezza e sulla promozione dei diritti umani e libertà fondamentali e rafforzamento dei processi democratici.

Alla base delle attività dell’Organizzazione c’è proprio il concetto di “sicurezza omnicomprensiva“, che si declina in molteplici attività a sostegno degli Stati partecipanti. Favorendo misure di costruzione della fiducia tra Paesi in vari campi, l’OSCE contribuisce alla stabilità e alla sicurezza dell’Europa.

 

GLI ORGANI DELL’ OSCE

La Presidenza dell’OSCE è tenuta ogni anno da un diverso Stato partecipante, scelto dagli altri secondo la regola del consenso. Essa svolge un ruolo cruciale nell’indirizzo politico e nella gestione del lavoro dell’Organizzazione. Il/la Ministro/a degli Affari Esteri del Paese che esercita la presidenza è il/la Presidente in esercizio dell’OSCE, assistito/a da Rappresentanti Personali e Speciali in specifiche aree tematiche o geografiche. L’Italia ha detenuto la Presidenza nel 2018, seguita dalla Slovacchia (2019), Albania (2020) e Svezia (2021). Le prossime Presidenze saranno la Polonia (2022) e la Macedonia del Nord (2023). La Presidenza ospita nel proprio Paese, normalmente a inizio dicembre ogni anno, il Consiglio Ministeriale OSCE, che riunisce i Ministri degli Esteri dei 57 Stati partecipanti e costituisce il principale organo decisionale dell’Organizzazione.

Il Segretariato dell’OSCE, sotto la direzione del Segretario Generale e con sede a Vienna, è la spina dorsale dell’Organizzazione. Esso presta sostegno operativo alla Presidenza in esercizio, alle Missioni sul campo e alle altre Istituzioni autonome. Comprende il Centro OSCE per la Prevenzione dei Conflitti, dipartimenti amministrativi e programmatici, unità tematiche dedite ai temi economici ed ambientali, alla cooperazione con i Paesi e le Organizzazioni partner, alla promozione dell’uguaglianza di genere, alla lotta contro la tratta di esseri umani, al contrasto alle minacce transnazionali e gestione delle frontiere.

L’Ufficio OSCE per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani (ODIHR) si trova a Varsavia e dal dicembre 2020 è diretto dall’italiano Matteo Mecacci. L’Ufficio promuove i processi democratici, in particolare monitorando le elezioni negli Stati partecipanti, e fornisce un supporto pratico volto a rafforzare le istituzioni democratiche e le organizzazioni della società civile. Promuove inoltre i diritti umani e le libertà fondamentali nell’area OSCE. Organizza ogni settembre a Varsavia l’Incontro annuale di implementazione degli impegni nella dimensione umana, la più grande conferenza sui diritti umani che si svolge con regolarità in Europa e mette intorno al tavolo Governi, esperti e rappresentanti della società civile.

L’Alto Commissario OSCE per le Minoranze Nazionali (HCNM) è basato a l’Aja e si occupa di identificare e affrontare le cause, anche potenziali, delle tensioni e dei conflitti tra minoranze nazionali. Si tratta di uno strumento OSCE, molto particolare ed efficace, di prevenzione dei conflitti su base etnica.

Il Rappresentante OSCE per la Libertà dei Media (RFoM) è basato a Vienna e le sue attività possono essere suddivise in due gruppi: da un lato, osservare gli sviluppi nel settore dell’informazione all’interno degli Stati partecipanti, attirando l’attenzione degli altri Paesi o del pubblico su specifiche situazioni quando lo ritiene necessario (“media watchdog”); dall’altro, aiutare gli Stati partecipanti a rispettare i propri impegni, liberamente assunti in sede OSCE, nel campo della libertà di espressione e libertà dei media.

L’Assemblea parlamentare dell’OSCE rappresenta la “dimensione parlamentare” dell’Organizzazione e promuove il dialogo tra i membri dei Parlamenti dei 57 Stati partecipanti, sui temi di pertinenza dell’OSCE.

Sono inoltre direttamente legati all’OSCE: il Gruppo Consultivo Congiunto, organismo che tratta di questioni riguardanti l’osservanza del Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa (1990); la Commissione Consultiva Cieli Aperti, organismo attuativo del Trattato sui Cieli Aperti (1992).