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L’azione dell’Italia in favore del Partenariato Mediterraneo OSCE

Nel corso degli ultimi anni, il Partenariato OSCE per la cooperazione con i paesi del Mediterraneo ha continuato un lento, ma costante cammino di ampliamento e valorizzazione dei suoi strumenti, che ha ricevuto forte impulso dalla Presidenza italiana dell’allora Gruppo di contatto nel 2017. La spinta propulsiva è proseguita con una serie di iniziative finalizzate ad ampliare l’attenzione dell’Organizzazione verso la sponda meridionale, in un contesto spesso pigro o riluttante.

Molti guardano, infatti, all’Europa orientale e allo spazio ex-sovietico come al principale e naturale campo di azione dell’OSCE, secondo un paradigma, che pur possedendo dignità storica e attuale fondatezza, ha indotto alcune capitali a guardare alla sicurezza mediterranea come elemento di disturbo, perché concorrenziale rispetto al focus euro-asiatico, sia in termini di visibilità politica, sia nella distribuzione delle limitate risorse dell’Organizzazione. Il risultato è una lettura della sicurezza sub-regionale a somma zero, che non appare in piena sintonia con l’acquis dell’OSCE e della CSCE.

Sin dagli esordi, infatti, l’Atto Finale di Helsinki del 1975 riconosceva, nel suo incipit, il principio d’indivisibilità della sicurezza in Europa e riservava un intero capitolo al Mediterraneo; caposaldi, questi, che sono stati rafforzati da successivi documenti politici, culminati nella “Dichiarazione ministeriale sulla sicurezza e cooperazione nel Mediterraneo” adottata a Milano nel 2018, con la quale, tra l’altro, si ribadiva che “la sicurezza dell’area OSCE è indissolubilmente legata a quella della regione del Mediterraneo”.

Per dare un seguito concreto alla Dichiarazione di Milano, la Vice Ministra On. Sereni ha presentato alla Conferenza Mediterranea OSCE di Tirana del 2019 cinque nuove proposte italiane, sostenute dall’allora Segretario Generale, Thomas Greminger, e da un vasto numero di Stati partecipanti e partner. Successivamente, l’Italia ha promosso una dichiarazione comune sul futuro del Partenariato, sottoscritta da altri nove paesi nel maggio 2020.

La prima di queste proposte, ovvero l’idea di dedicare annualmente una seduta del Consiglio Permanente ai temi del Mediterraneo, si è concretizzata nella riunione del 12 novembre 2020. Nell’occasione, senza precedenti, si è assistito a un dibattito vivace, che ha avuto come protagonisti i sei paesi partner (Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Marocco e Tunisia) e più di 10 Stati partecipanti, tra cui l’UE, la Federazione Russa e gli Stati Uniti. La riunione ha di fatto raggiunto un primo importante obiettivo, infrangendo il tabù che aveva confinato per lungo tempo il Mediterraneo ai meccanismi del Partenariato.

Lo stesso 12 novembre 2020, il Segretariato OSCE ha presentato una relazione sull’attività delle strutture esecutive per la sicurezza nel Mediterraneo, come suggerito nella seconda delle proposte presentate a Tirana dalla Vice Ministra Sereni e in conformità con quanto affermato nella Dichiarazione di Milano circa l’esigenza che “le questioni riguardanti il Mediterraneo trovino un chiaro riscontro in tutta la pertinente attività dell’OSCE nelle tre dimensioni della sicurezza globale”.

La terza proposta, relativa all’istituzione di un gruppo di riflessione sul potenziale valore aggiunto dell’OSCE per la sicurezza mediterranea, è in corso di realizzazione grazie a un progetto sostenuto dal MAECI nell’ambito del quadro NewMed Network, a guida dell’Istituto Affari Internazionali.

Le due restanti proposte – relative all’introduzione di un regime di co-presidenza del Gruppo per la cooperazione con i partner mediterranei (ex Gruppo di contatto) e alla modifica delle regole che governano il Fondo del Partenariato – continueranno ad essere poste al centro del dibattito viennese.

Nel 2023, il Gruppo per la cooperazione con i partner mediterranei è guidato ad interim dalla Finlandia.

Interventi dell’Italia sul Partenariato Mediterraneo OSCE