Nel quadro della Presidenza italiana dell’OSCE nel 2018, una delle priorità è stata quella di mantenere alta l’attenzione sui conflitti protratti in Europa e sul loro impatto sulla vita delle popolazioni coinvolte. Nel contesto della Georgia, ciò significava affrontare le conseguenze pratiche conflitto irrisolto del 2008 e sostenere attività di costruzione della fiducia reciproca tra le comunità divise.
In questo contesto, l’Italia ha deciso di sostenere finanziariamente l’iniziativa di “Rondine – Cittadella della Pace” volta a promuovere la gestione e la conservazione del patrimonio culturale e a favorire la collaborazione sulle questioni culturali tra le comunità divise in Georgia con il Progetto dal titolo “Sostegno alle Discussioni Internazionali di Ginevra. Gestione e conservazione del patrimonio culturale nelle aree di conflitto”. Le attività proposte da Rondine corrispondevano agli obiettivi dell’Italia come Presidenza in esercizio dell’OSCE, in quanto ponevano l’accento sulla mitigazione dell’impatto dei conflitti sulla popolazione civile e, allo stesso temo, sulla tutela del patrimonio culturale. L’Italia ha una ricca tradizione in termini di competenza e impegno, anche a livello internazionale, per la tutela del patrimonio culturale, tema molto importante nel contesto del Caucaso meridionale.
Il Centro per la Prevenzione dei Conflitti – CPC dell’OSCE ha fornito il sostegno tecnico alla preparazione e attuazione del progetto, ma il ruolo dell’associazione Rondine è stato fondamentale per il successo dell’iniziativa: Rondine è un attore della società civile che lavora direttamente e informalmente sul campo con la società civile, soprattutto con i giovani; inoltre, l’Associazione è da molti anni impegnata con attività nel Caucaso meridionale che hanno l’obiettivo di realizzare la pace e la riconciliazione attraverso un approccio informale e “dal basso”.
Coinvolgendo e formando giovani esperti in beni culturali, museologia e professioni affini provenienti da comunità in aree di conflitto nel Caucaso meridionale, il progetto ha contribuito ad aumentare la conoscenza e la fiducia reciproche tra le comunità e a promuovere una comprensione comune su come integrare al meglio la protezione del patrimonio culturale nella gestione dei conflitti. I partecipanti, che hanno beneficiato dell’esperienza di professori ed esperti da tutto il mondo, hanno espresso il desiderio di continuare e approfondire questo percorso.
Entrambi i principali “ingredienti” di questo progetto (il coinvolgimento dei giovani e la tutela del patrimonio culturale) giocano un ruolo chiave nella creazione di una cultura di pace, dialogo, giustizia, convivenza pacifica, fiducia e riconciliazione.
Per approfondire: BOOKLET