Questo sito utilizza cookies tecnici (necessari) e analitici.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookies.

La collaborazione Italia-OSCE per la formazione internazionale nell’ambito della lotta alla tratta di esseri umani

Gli Stati partecipanti dell’OSCE si sono impegnati a cooperare nella lotta alle minacce transnazionali comuni e, in particolare, nella lotta alla tratta di esseri umani. L’Organizzazione assiste gli Stati partecipanti in questo campo attraverso l’Ufficio del Rappresentante speciale e Coordinatore OSCE per la lotta alla tratta di esseri umani, ma anche attraverso il lavoro dell’Ufficio OSCE per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR) e delle Missioni OSCE sul campo.

L’Italia è da sempre in prima fila nel sostegno all’OSCE in questo settore, che richiede una rafforzata cooperazione internazionale ed un approccio coordinato e multidisciplinare. Tra le applicazioni pratiche di questo impegno italiano rientrano le attività di formazione per lo sviluppo delle competenze e capacità in favore delle Istituzioni e operatori nazionali degli altri Paesi OSCE (forze di polizia, ispettori del lavoro, pubblici ministeri e magistrati, ma anche società civile e assistenti sociali).

Grazie alla stretta collaborazione con l’Ufficio del Rappresentante speciale e coordinatore OSCE per la lotta alla tratta di esseri umani, l’Italia ha ospitato numerose attività di formazione, incentrate su un innovativo esercizio di simulazione pratica e inter-agenzia, presso il Centro di Eccellenza per le Unità di Polizia di Stabilità (CoESPU) dell’Arma dei Carabinieri, centro internazionale di addestramento istituito a Vicenza nel 2005.

Dal 2016 al 2021, hanno partecipato alle sessioni di formazione e addestramento internazionale organizzate dall’OSCE presso il CoESPU oltre 600 professionisti provenienti da 68 Paesi, inclusi i Partner mediterranei dell’OSCE. Su iniziativa del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, vi hanno beneficiato anche reparti delle Forze dell’Ordine italiane.

Il progetto, sostenuto finanziariamente dall’Italia e da altri Stati partecipanti dell’OSCE (Monaco, Germania, Svizzera, Francia, Austria, Kazakhstan, Andorra, Bielorussia e Ungheria), è ormai una realtà internazionale e è servito da modello per altre simulazioni internazionali OSCE in lingua russa (in Kazakhstan nel 2018 e 2019) e a carattere nazionale (in Albania, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Ucraina nel 2021). La sua metodologia è stata anche valorizzata in ambito Nazioni Unite e riconosciuta dal Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres.

Alla luce del successo delle simulazioni internazionali sviluppate a Vicenza, gli sforzi dell’OSCE si stanno ora progressivamente concentrando sul rafforzamento dei percorsi formativi nazionali, a sostegno del comparto statale anti-tratta degli Stati partecipanti interessati.

Nel 2022 l’Ufficio del Rappresentate speciale e Coordinatore OSCE per la lotta alla tratta ha lanciato un nuovo progetto, anch’esso sostenuto dall’Italia, per sostenere l’adozione dell’innovativa metodologia formativa sviluppata a Vicenza da parte di tutti i Paesi OSCE che ne facciano richiesta (“to bring Vicenza to the world”). Con la realizzazione di questa iniziativa in partenariato con l’OSCE, l’Italia ha dato ulteriore concretezza ad un impegno in campo nazionale e internazionale sul tema del contrasto alla tratta di esseri umani e delle altre gravi forme di sfruttamento di migranti.

I corsi di formazione e addestramento internazionale realizzati dall’OSCE presso il CoESPU mirano a:

  • sviluppare capacità investigative all’avanguardia e indicatori chiave per indentificare tempestivamente le persone vittime di tratta lungo le rotte migratorie;
  • effettuare operazioni di prima assistenza orientate al rispetto dei diritti e alla protezione della vittima;
  • applicare procedure operative standard nella segnalazione di vittime di tratta, presunte o identificate, ai servizi che si occupano dell’assistenza e del supporto alle stesse;
  • utilizzare al meglio gli strumenti offerti dalla cooperazione internazionale, sia di polizia sia giudiziaria, e in particolare lo strumento delle indagini finanziarie, per far fronte al fenomeno.

Parte della formazione è impartita attraverso l’immersione in realistiche simulazioni di casi concreti di sfruttamento, sia lavorativo che sessuale, a danni di migranti, anche minori di età. Ogni scenario simulato pone in risalto gli elementi costitutivi della tratta di esseri umani (l’atto, i mezzi e lo scopo).

Alle attività di simulazione, sotto il coordinamento dell’OSCE e dell’Arma dei Carabinieri, contribuiscono operatori della Magistratura, delle Forze dell’Ordine e del sociale selezionati sulla base di criteri legati all’esperienza lavorativa pregressa. La promozione di un lavoro multiagenzia e multilivello, coinvolgendo le varie componenti che solitamente operano nel contrasto del fenomeno della tratta, è indispensabile per ottenere risultati efficaci.

A queste figure si aggiungono gli studenti della Laurea Magistrale in “Human Rights and Multilevel Governance” dell’Università di Padova (Dipartimento di Scienze Politiche Giuridiche e Studi Internazionali), che contribuiscono nella costruzione e realizzazione delle simulazioni, anche come “attori” impersonando essi stessi i trafficanti o le vittime, al fine di rendere l’esperienza dei partecipanti interattiva e vicina alle proprie reali esigenze lavorative.

Il CoESPU di Vicenza può contare sulla presenza di personale particolarmente esperto nella realizzazione e gestione delle esercitazioni e dispone inoltre di infrastrutture dedicate, appositamente studiate e realizzate per lo svolgimento di attività addestrative basate su scenari simulati, quali la sala denominata “MaGISTrA” (Modelling and Gaming Information Simulation Training Area).

Nelle parole di David Mancini, magistrato presso la Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila ed esperto incaricato dall’OSCE di coordinare la formazione, il progetto costituisce “un unicum nella formazione internazionale anti-tratta, dove il confine tra realtà e finzione diventa sempre più labile per i partecipanti, fornendo la possibilità di testare abilità e protocolli complessi in un ambiente simulato”.