Come tutte le Organizzazioni Internazionali, l’OSCE offre ai cittadini degli Stati partecipanti possibilità di impiego presso le proprie strutture (Segretariato, Istituzioni autonome e Missioni sul campo). Per un approfondimento sulle opportunità per i cittadini italiani, clicca qui.
L’Italia, che figura tra i maggiori contribuenti dell’OSCE, attribuisce grande importanza all’attività dell’Organizzazione e assicura il suo pieno supporto, anche attraverso una qualificata presenza di funzionari italiani che nel corso degli anni é diventata sempre più rilevante. L’Italia si colloca oggi ai primissimi posti, sia in termini quantitativi, sia per il livello delle posizioni occupate.
Al fine di far meglio conoscere l’OSCE e le sue molteplici attività, così come il contributo dell’Italia, abbiamo raccolto alcune significative testimonianze di funzionarie e funzionari italiani che prestano servizio per l’Organizzazione. Buona lettura!
Tutte le testimonianze sono aggiornate alle relative date di pubblicazione, indicate fra parentesi al termine delle singole voci.
Mi chiamo Angelisa Corbo e dal gennaio 2019 ricopro la carica di Border Adviser presso il Dipartimento per le Minacce Transnazionali dell’OSCE – Unità di gestione delle Frontiere, dove mi occupo del rafforzamento delle competenze tecniche ed operative del personale delle forze di polizia di frontiera dell’area OSCE. In particolare, gestisco progetti volti al miglioramento della sicurezza dei documenti di viaggio, in modo da consentire movimenti attraverso i confini più semplici e allo stesso tempo più sicuri, così come previsto dal Border Security and Management Concept dell’OSCE.
Nel corso degli ultimi anni, tali attività, grazie anche al sostegno finanziario dell’Italia, hanno permesso la formazione avanzata di diverse centinaia di agenti e funzionari di polizia frontiera delle dogane frontiera e delle dogane in tema d’individuazione di documenti contraffatti e identificazione d’impostori, nonché sull’utilizzo di dati biometrici nel rispetto del diritto alla privacy e dei diritti umani fondamentali.
Nel 2020 ho lanciato una serie Podcast OSCE dal titolo “Live from the Border” che analizzano l’impatto del Covid-19 sulla la mobilità internazionale, sulla sicurezza e la gestione delle frontiere.
La mia esperienza con l’OSCE è iniziata sul campo nel 2016, presso la Missione di osservazione ai valichi di frontiera russi di Donetsk e Gukovo. (aggiornamento a giugno 2022).
Mi chiamo Mauro Puzzo e lavoro presso la Presenza OSCE in Albania, dove sono responsabile, in qualità di Legal Officer e Project Manager, della sezione Diritti Umani all’interno del dipartimento “Rule of Law and Human Rights.”
In linea con il mandato della Presenza, mi occupo principalmente di sostenere le Autorità e Istituzioni albanesi nelle attività di promozione e tutela dei diritti umani. In particolare, monitoro la situazione dei diritti umani nel Paese e svolgo attività di analisi e redazione di pareri ed opinioni legali sulla legislazione albanese, per assicurarne la conformità agli standard internazionali e gli impegni OSCE in materia.
Coordino e gestisco l’attuazione di progetti in materia di lotta alla discriminazione, giustizia transizionale (transitional justice) e miglioramento delle condizioni di detenzione nelle carceri. (aggiornamento a novembre 2021).
Mi chiamo Filippo Crivellaro e lavoro presso l’Ufficio Osce a Dushanbe (Tagikistan), dove svolgo l’incarico di Capo Dipartimento per gli affari economici ed ambientali. Sono responsabile del coordinamento delle attività programmatiche nell’ambito della seconda dimensione di sicurezza, divise in cinque aree tematiche prioritarie di cooperazione con il Governo e la società civile locali.
Nell’ambito del programma sulla sicurezza economica, ci occupiamo, ad esempio, di migliorare il “business and investment climate”, promuovendo iniziative a sostegno dell’attrazione degli investimenti esteri, dell’attuazione dell’Accordo di Facilitazione del Commercio tra il Tagikistan e l’Organizzazione Mondiale del Commercio, e della promozione dell’occupazione di donne e giovani.
In materia di protezione ambientale, promuoviamo l’attuazione della Convenzione di Aarhus sull’accesso alle informazioni, la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale, tramite attività di assistenza tecnica al Governo e alla società civile. Assistiamo il Governo tagiko anche nelle attività di formazione del personale addetto e sensibilizziamo la popolazione che vive nelle aree rurali sui rischi associati a disastri naturali. Per rafforzare la sicurezza idrica ed energetica, promuoviamo la riforma nazionale della gestione delle acque e l’accesso a fonti di energia rinnovabile per le comunità non collegate alla rete elettrica.
Infine, nell’ambito del programma su buongoverno e lotta alla corruzione, sosteniamo la formazione dei funzionari pubblici in materia di anti-riciclaggio, trasparenza negli appalti, etc. e rafforziamo le capacità della società civile nel monitoraggio della strategia nazionale anti-corruzione. (aggiornamento a settembre 2021).
Mi chiamo Paolo Tatti e dall’Ottobre 2019 ricopro la carica di Political Officer presso la Missione OSCE in Moldova. Il mio compito principale è di seguire e analizzare gli sviluppi politici interni nella Repubblica di Moldova, con un particolare focus sull’Unità Territoriale Autonoma di Gagauzia.
Svolgo inoltre attività di consulenza politica per quanto concerne i negoziati di risoluzione del conflitto transnistriano e partecipo a gruppi di lavoro tematici nei quali gli esperti delle due parti discutono questioni tecniche di particolare rilevanza per la popolazione residente sulle due sponde del fiume Nistro.
Oltre a ciò, in linea col mandato della Missione, partecipo alle attività di monitoraggio nella Zona di Sicurezza e – per conto dell’OSCE – sono membro della Commissione Unificata di Controllo che assicura il rispetto degli accordi di mantenimento della pace sulle due sponde del fiume Nistro. (aggiornamento al luglio 2021).
Mi chiamo Maddalena Dalla Mora e ho iniziato la mia carriera all’OSCE attraverso il programma “Junior Professional Officer”. Successivamente sono stata selezionata per la posizione di Monitoring Officer alla Missione Speciale di Monitoraggio OSCE in Ucraina. In particolare, sono basata nella città di Luhansk, situata nell’Ucraina orientale, a est della c.d. “linea di contatto”, in aree non controllate dal Governo ucraino.
Quotidianamente, partecipo con un team di monitor internazionali a pattuglie sulla linea di contatto, con l’obiettivo di attuare il mandato della Missione nella mia area operativa, incluso il monitoraggio dell’effettivo rispetto degli impegni concordati dalle parti tramite gli accordi di Minsk. Durante queste pattuglie, osservo e riferisco violazioni del cessate il fuoco e la presenza di armi pesanti in violazione delle linee di ritiro concordate. Nella mia area di responsabilità, tra le priorità della Missione è quella di verificare e riferire il rispetto del ritiro delle forze militari e degli armamenti dalle c.d. “aree di disimpegno”.
Come parte dell’approccio omnicomprensivo alla sicurezza tipico dell’OSCE, osservo e riferisco gli effetti del conflitto sulla popolazione civile. Ciò include le difficoltà affrontate dalla popolazione per l’attraversamento dei varchi (c.d. “checkpoints”) che collegano l’area controllata dal Governo a quella non controllata. Attraverso il mio lavoro, contribuisco agli sforzi dell’OSCE per una risoluzione pacifica del conflitto. (aggiornamento al luglio 2021).
Il mio nome è Andrea Salvoni e ricopro la carica di Executive Programme Officer nell’Ufficio del Rappresentante OSCE per la lotta alla tratta di esseri umani. Sono responsabile per le relazioni istituzionali dell’Ufficio e dirigo una piccola squadra che si occupa di comunicazione pubblica.
Il nostro Ufficio assiste gli Stati dell’OSCE nelle loro attività di contrasto alla tratta di esseri umani. Forniamo sostegno in diversi ambiti: dalla promozione di tecniche investigative e politiche pubbliche innovative, alla formazione per le forze dell’ordine, fino all’analisi delle sfide e opportunità tecnologiche emergenti e all’assistenza tecnica diretta agli Stati. Con il mio lavoro, aiuto il Rappresentante Speciale OSCE per la lotta alla tratta di esseri umani a promuovere il lavoro dell’OSCE a livello politico, attraverso i contatti istituzionali.Per combattere efficacemente la tratta di esseri umani, la volontà politica non basta e occorrono leggi e programmi all’altezza, ed è qui che interveniamo noi. Negli anni più recenti abbiamo fornito supporto decisivo a Paesi in tutta l’area OSCE, dall’Asia centrale all’Europa occidentale, dal Caucaso ai Balcani.
L’Italia è da sempre in prima fila in tema di cooperazione internazionale contro la tratta. Il primo accordo internazionale in materia (il “Protocollo di Palermo” del 2000) è stato negoziato e concluso proprio in Italia. Oggi l’Italia è un partner decisivo delle attività di formazione del nostro Ufficio. (aggiornamento al luglio 2021).
Mi chiamo Graziella Pavone e lavoro a Varsavia presso l’Ufficio OSCE per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani (ODIHR) come Human Rights Officer. In questo ruolo mi occupo del trinomio diritti umani, questioni di genere e sicurezza.
In particolare, coordino attivita’ programmatiche e progetti volti ad assistere gli Stati partecipanti OSCE su temi legati all’Agenda Donne, Pace e Sicurezza, alla riforma del settore della sicurezza, e alla prevenzione della violenza sessuale e di genere. A questo proposito, l’Italia ha finanziato un progetto da me ideato e che ha portato a redigere le prime linee guida a livello internazionale sulla violenza di genere nel contesto carcerario e per i meccanismi nazionali che monitorano i diritti umani.
Prima di Varsavia, ho lavorato per cinque anni a Osh, nel sud del Kirghizistan, coordinando le attivita’ della Dimensione Umana per la Missione OSCE e occupandomi di prevenzione della tortura, monitoraggio dei processi penali, contrasto alla tratta degli esseri umani e rafforzamento della societa’ civile al fine di promuovere il controllo democratico e la protezione dei diritti umani. (aggiornamento al luglio 2021).
Il mio nome è Maria Adelasia Divona e ricopro la carica di Senior Gender Officer presso la Missione OSCE a Skopje. Il mio compito principale è quello di assicurare che le attività della Missione integrino la prospettiva di genere, al fine di prevenire e contrastare le disuguaglianze tra donne e uomini nella società, a partire da un’analisi dei meccanismi culturali che ne sono alla base. Grazie al mio lavoro, tale prospettiva (gender mainstreaming) è integrata a livello strategico, programmatico e progettuale ed in ogni attività della Missione.
Gli Stati partecipanti dell’OSCE, tramite l’adozione nel 2004 del Piano d’Azione per la Promozione della Parità tra la Donna e l’Uomo, si sono impegnati ad includere l’obiettivo dell’uguaglianza di genere nell’elaborazione delle proprie politiche e hanno incaricato le strutture OSCE – inclusa la Missione a Skopje – di assistere i Governi in questo sforzo.
In Macedonia del Nord, agisco da punto di contatto tra la Missione, le altre strutture OSCE, le Istituzioni locali e le associazioni della società civile, coordinando in particolare l’attuazione del “Piano d’Azione per la Parità” della Missione sui temi dell’uguaglianza di genere nella vita pubblica, del contrasto alla violenza e alla discriminazione di genere e dell’Agenda Donne, Pace e Sicurezza. (aggiornamento al marzo 2021).
Il mio nome è Maurizio Mitrano e ricopro la carica di Chief of Police Development and Monitoring Section presso la Missione OSCE in Kosovo. Dirigo una struttura di 15 persone interna alla Missione e incaricata di fornire supporto a numerose istituzioni di sicurezza e agenzie delle forze dell’ordine kosovare, attraverso l’organizzazione di corsi di formazione specialistici di livello avanzato e la collaborazione nella stesura o revisione di alcune strategie e regolamenti.
Aiutiamo la polizia del Kosovo e altre agenzie di law enforcement a identificare e rispondere efficacemente ai casi di crimini d’odio e violenza domestica, anche lavorando a livello periferico grazie alla struttura capillare della Missione, che ci permette di essere presenti e di monitorare la situazione “sul campo”.
Grazie al mio lavoro l’OSCE è in grado di monitorare, in alcuni casi (proteste, manifestazioni, campagne elettorali, ecc.), azioni di mantenimento dell’ordine pubblico da parte delle forze dell’ordine locali, nonché – anche grazie al contributo finanziario dell’Italia – di supportare la polizia kosovara ed il Police Inspectorate of Kosovo (agenzia indipendente del Ministero dell’Interno) nell’identificazione di casi di corruzione interna e nel mantenere gli standard di integrità. (aggiornamento al marzo 2021).
Il mio nome è Anastasia Fusco e ricopro la carica di Adviser on Youth and Security presso l’ufficio del Segretario Generale OSCE. Attraverso il mio lavoro, favorisco e valorizzo la partecipazione dei giovani alle attività OSCE e, più in generale, agli sforzi per promuovere la pace e la stabilità regionale.
Gli Stati partecipanti OSCE hanno riconosciuto, sin dall’Atto finale di Helsinki (1975) e successivamente a più riprese, la capacità delle giovani generazioni di contribuire allo sviluppo politico, economico e sociale in Europa e l’importanza di promuovere la partecipazione dei giovani nella definizione delle politiche nazionali e nei negoziati internazionali su temi relativi alla pace e alla sicurezza.
Con il mio lavoro, aiuto il Segretariato OSCE e le 16 Missioni OSCE sul campo a sviluppare una strategia coerente di inclusione dei giovani nelle attività programmatiche dell’Organizzazione. Inoltre promuovo la visibilità e la conoscenza dell’OSCE tra i giovani e organizzo attività di formazione a beneficio di giovani provenienti dai Paesi OSCE affinchè possano sviluppare ed esprimere il loro potenziale di contributo alle più ampie questioni di sicurezza regionale. (aggiornamento al marzo 2021).